Sfortunatamente, secondo i dati del Global E-waste-Monitor 2020, solo il 17% dei dispositivi elettronici viene riciclato in tutto il mondo. Ciò si traduce in un doppio spreco: un contributo significativo all’inquinamento ambientale e alla perdita di materiali preziosi contenuti in questi dispositivi che potrebbero essere recuperati. Vediamo qual è il modo corretto per smaltire i dispositivi elettronici ed evitare ulteriori danni sull’ambiente.
Perché è importante smaltire correttamente i dispositivi elettronici?
I dispositivi elettronici come PC, computer, telefoni, tablet e smartphone (nuovi e ricondizionati) rappresentano una lunga lista di potenziali rifiuti. Essi possono essere considerati come una preziosa fonte di materie prime da recuperare, ma allo stesso tempo rappresentano una minaccia per l’ambiente se non vengono gestiti correttamente. È fondamentale evitare di conferire questi rifiuti in strada o accanto ai cassonetti, o ancora peggio, lungo le rive di un fiume e non gettarli nei secchi dell’indifferenziato. I rifiuti elettronici (RAEE) devono essere gestiti seguendo un percorso specifico e va rispettato.
La dispersione degli apparecchi elettronici è un problema grave, simile allo spreco alimentare. Le cattive abitudini e la mancanza di conoscenza sono le principali cause. Spesso, dopo aver ricevuto un regalo, buttiamo via il nostro vecchio cellulare o phon senza pensare alle conseguenze sull’ambiente e sullo spreco di preziosi materiali come oro. Inoltre, molti di noi non sono informati su come smaltire correttamente questi apparecchi, che non sono così complessi. A causa di queste due ragioni, ogni famiglia italiana possiede in media 8 apparecchi elettronici inutilizzati, ulteriore spreco.
Dove gettare i dispositivi elettronici?
Gli elettrodomestici come televisori, cellulari, robot da cucina, tostapane, forni a microonde, computer, modem, caldaie, pennette USB, frigoriferi e lavatrici non sono semplici rifiuti, ma sono classificati come RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e la loro gestione è regolamentata dalla legge. In Italia, ogni anno vengono prodotte oltre 1 milione di tonnellate di RAEE, circa 18 kg per abitante.
Per gestire correttamente i rifiuti elettronici, è necessario conferirli in una delle oltre 3.600 isole ecologiche comunali, che sono attrezzate per lo smaltimento dei RAEE. Da questi centri di raccolta, i rifiuti vengono poi inviati a impianti di trattamento che permettono di evitare la dispersione di sostanze inquinanti e di riciclare le materie prime. È sempre opportuno valutare se sia possibile riparare l’apparecchio prima di conferirlo come rifiuto.
Come smaltire i dispositivi elettronici?
I rifiuti elettronici (RAEE) non sono tutti uguali e ogni tipologia di rifiuto deve essere conferita nel cassonetto specifico, in base alle regole dell’isola ecologica prescelta per il conferimento. È importante prestare attenzione al simbolo del bidoncino barrato presente sull’elettrodomestico, che indica la possibilità di riciclo.
Inoltre, se si intende acquistare un nuovo apparecchio elettronico, è possibile lasciare il vecchio elettrodomestico in negozio senza alcun costo. Il negoziante ha l’obbligo di ritirare gratuitamente l’usato al momento dell’acquisto, come previsto dal Decreto ministeriale 65/2010 “Uno contro Uno”. Il ritiro è previsto anche con la consegna a domicilio della nuova apparecchiatura elettronica, ed è gratuito.
Nei negozi di elettronica, i piccoli elettrodomestici di lunghezza inferiore a 25 cm possono anche essere lasciati senza l’obbligo di effettuare un acquisto, come rasoi elettrici, lampadine o apparecchi per capelli. Per i rifiuti ingombranti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), in molti comuni è disponibile un servizio di ritiro a domicilio. Tuttavia, è da notare che, nonostante l’Italia abbia le infrastrutture per una corretta gestione dei rifiuti elettronici e sia tra i primi paesi in Europa per il riciclaggio dei materiali recuperati, è in ritardo nello smaltimento dei RAEE, con una media del 34,4% rispetto alla media europea di circa il 42%.