L’energia eolica ha dimostrato di essere una delle soluzioni più promettenti per la produzione di energia pulita e sostenibile. Tuttavia, mentre le turbine eoliche terrestri hanno guadagnato terreno negli ultimi decenni, c’è un’altra frontiera da esplorare: il mare. Gli impianti eolici offshore stanno emergendo come una risorsa ecologica in grado di sfruttare il vento del mare per generare elettricità in modo efficiente. Scopriamo il funzionamento di questa nuova tecnologia, i pro e i contro e le sfide da affrontare nel futuro.
Eolico offshore: cos’è e a cosa serve
Il parco eolico offshore è un impianto di produzione di energia elettrica che si basa sull’utilizzo di turbine eoliche collocate in mare aperto e generalmente posizionate a una distanza di alcuni chilometri dalla costa, estendendo così l’area di produzione di energia all’ampia superficie marina, che rappresenta oltre il 70% del totale della Terra.
Sebbene i parchi eolici offshore vengano costruiti per motivi pratici a distanze relativamente prossime alla costa, contribuiscono in modo significativo all’energia elettrica generata, aggiungendo una notevole capacità produttiva rispetto a quella terrestre.
Quando un parco eolico è situato a breve distanza dalla costa, viene denominato “near-shore”. In alcuni casi, questi impianti vengono addirittura realizzati su laghi, ampliando ulteriormente le opportunità di produzione di energia sostenibile.
Come funziona l’eolico offshore?
Come gli impianti eolici terrestri, gli impianti eolici offshore sfruttano l’energia cinetica del vento per mettere in movimento le pale delle turbine. L’energia cinetica generata dal vento fa ruotare un generatore, permettendo così la produzione di energia elettrica. I parchi eolici offshore producono energia pulita e rinnovabile in mare aperto, sfruttando al massimo la forza del vento quando soffia con sufficiente intensità in alto mare. Questo ambiente offre venti più costanti e ad alta velocità rispetto a quelli terrestri, grazie alla mancanza di ostacoli strutturali. Il vento ad alta velocità attiva il movimento di un rotore all’interno di un telaio.
Per sfruttare appieno questa risorsa, vengono installate strutture di grandi dimensioni, conosciute come parchi eolici, che possono essere posizionate sui fondali marini o galleggianti e dotate delle più avanzate innovazioni tecnologiche. L’elettricità generata dalle turbine eoliche viene quindi trasportata alla rete nazionale di distribuzione attraverso elettrodotti e cavi sottomarini. Questo modello di produzione di energia pulita ha ottenuto un notevole successo negli ultimi due decenni, specialmente in paesi come Cina, Stati Uniti e Germania.
Le sfide ambientali dell’eolico offshore
Come avviene nelle zone terrestri, la costruzione e l’operatività delle turbine eoliche in mare devono tener conto delle variabili ambientali, con un’attenzione particolare alla fauna marina. In aggiunta alla protezione delle specie di uccelli, nei parchi eolici offshore si pone un’enfasi sulla salvaguardia della fauna ittica, cruciale per le comunità costiere.
In generale, i parchi eolici offshore presentano sfide aggiuntive rispetto a quelli terrestri, principalmente in termini di costi: a causa delle maggiori complessità logistiche, la costruzione, il funzionamento e la manutenzione delle turbine eoliche in mare prevedono costi più elevati, soprattutto nei parchi ubicati in acque profonde.
D’altra parte, l’utilizzo di turbine di grandi dimensioni in quantità considerevoli offre l’opportunità di abbassare i costi di generazione per kWh. La sfida principale consiste quindi nel continuare a ridurre i costi al fine di ridurre la differenza con gli impianti eolici terrestri.
Eolico offshore: com’è la situazione in Italia?
L’Italia, con la sua vasta estensione costiera di circa 11.700 chilometri quadrati, offre un’opportunità significativa per lo sviluppo di tecnologie eoliche offshore. Nel 2022, è stato inaugurato il primo parco eolico offshore nel Mar Ionio, al largo di Taranto, con una capacità di 30 MW. Sebbene questa capacità sia inferiore rispetto agli impianti già operativi nell’Europa settentrionale, rappresenta comunque un contributo significativo a livello locale. Per un quarto di secolo, questo impianto genererà oltre 58.000 MWh di elettricità all’anno, di cui almeno il 10% sarà destinato al porto di Taranto, uno dei principali porti del Mediterraneo.
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec) considera l’eolico offshore come un’innovazione fondamentale nel quadro dell’obiettivo di coprire il 55% dei consumi di elettricità in Italia (e il 30% dei consumi totali di energia) con fonti rinnovabili entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, il piano si propone di installare 300 MW di capacità eolica offshore entro il 2025 e 900 MW entro il 2030. Inoltre, il piano contempla la possibilità di collaborare con i paesi limitrofi per la realizzazione di ulteriori impianti eolici offshore.